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E D I T O R I A L E
Strategie miliardarie
per gonfiare il mercato dei farmaci,
e rischio per la salute

Stefano Cagliano
Pronto Soccorso
Ospedale San Paolo
Civitavecchia (Roma)
Come dimostra il caso della cosiddetta “sindrome metabolica”, la com- Disease mongering:
parsa di una nuova malattia fa nascere nuove alleanze tra studiosi, curato- ovvero come
ri e industria. Se e quanto a vantaggio dei pazienti, veri o presunti, non è commercializzare
dato sapere. Riconosciuta persino dall’Organizzazione Mondiale della la salute.
Sanità nel 1998, attorno alla sindrome in questione si sono cimentati fan-
tasia fisiopatologica, narcisismo diagnostico-curativo e ricerca di profitti at-
traverso l’uso di farmaci già noti. Ma è sorto anche un sano scetticismo, per
fortuna. “The metabolic syndrome: requiescat in pace” osservava il titolo di
un articolo di GM Reaven lo scorso anno1, seguito nel 2006 da uno analo-
go della rivista Prescrire: “Syndrome métabolique: une construction artifi-
cielle inutile aux soins“2. Certo, non è l’unico caso di ricerca di nuovi ma-
lati ai quali proporre un farmaco conosciuto.
Da qualche anno c’è chi va ripensando all’idea di malattia, su quali sia- no i suoi confini e connotati. Una rivoluzione dovuta a variabili sociali eculturali, certo, ma in larga misura alla necessità di aumentare il profitto.
Battezzata disease mongering, ovvero “commercializzazione delle malattie”,sta riscuotendo molto successo nei consigli d’amministrazione industrialie avanza su fronti diversi, forse ispirata dalle parole che Jules Romains fadire al medico protagonista del romanzo Lo strano caso del dottor Knock: “Lapersona sana è quella che non sa ancora di essere malata”.
Un aspetto importante è che accanto alle malattie prevalenti e dimenti- Cialis, Viagra, Levitra.
cate, per quanto riguarda l’impegno sociale e della ricerca, fioriscono enti- Una cultura
tà fantasmatiche, o quasi, più o meno diffuse. Non si cerca di combattere della prestazione,
più la morte imminente, ma di migliorare il nostro apparire tra gli altri, le più che della cura.
nostre prestazioni. Per esempio, “il Viagra è stato il primo della nuova ge-
nerazione di farmaci life-style”, hanno osservato sulla rivista Health Affairs
Rudolf Klein e Heidrun Sturm3. E così dal 1998 ad oggi in Italia sono stati
venduti 36 milioni di pasticche blu, nel mondo un miliardo e 300 milio-
ni. Non solo. Negli Usa dove tra i 40 e i 60 milioni di persone non hanno
l’assistenza sanitaria, l’anno scorso la General Motors ha speso 17 milioni
di dollari per rifornire dipendenti e pensionati di pillole come Cialis,
Viagra e Levitra.
Ma il disease mongering può riguardare anche condizioni diverse con le cosiddette “campagne di sensibilizzazione”, com’è il caso dell’incontinen-za urinaria negli Stati uniti: qui la campagna promozionale della tolterodi-na «ha creato un nuovo mercato come risultato di una campagna di infor- R&P 2 0 0 6 ; 2 2 : 1 9 3 - 1 9 5
EDITORIALE
mazione al pubblico in grado di aumentare la consapevolezza di una con- Una strategia
dizione, i sintomi e le possibilità di cura»4. E così pure è stato il caso della di disease mongering
sindrome del colon irritabile. Sul British Medical Journal Moynihan et al. è quella di creare
scrivono che secondo una “società di pubbliche relazioni incaricata dal e alimentare
produttore dell’alosetron di ideare una campagna di lancio del farmaco, lo una nuova percezione
scopo principale della campagna era quello di ‘creare una nuova percezio- delle malattie.
ne della sindrome del colon irritabile come una malattia credibile, concre-
ta e comune’”5. Ma di esempi possono essercene diversi.
Sono state trasformate in malattie bisognose di cure condizioni fisiologiche o parafisiologiche come osteoporosi, menopausa o la stessa timidezza, bat-tezzata in modo diverso come disturbo di ansia sociale da chi lavora al successodella paroxetina, l’unico farmaco approvato per questa indicazione dalla Foodand Drug Administration statunitense. L’aumento di colesterolo nel sangue è stato ripresentato come una variazio- ne inesorabilmente legata a malattie della circolazione e bisognosa di cure ef-ficaci. E lo stesso è successo con l’invenzione della pre-ipertensione, anticame-ra dell’ipertensione, a tutto vantaggio dell’industria farmaceutica perché cosìcrescerà la possibilità che molti tra 50 milioni di persone prendano farmaci.
E ancora, si sono costruite logiche fisiopatologiche ad hoc e così, per esem- pio, l’International Hair Study Institute – che diffonde novità in tema di per-dita di capelli – ha ipotizzato che le persone tendenti alla calvizie siano piùsensibili ad attacchi di panico, condizione che rischia di avere un forte impat-to sulle prospettive lavorative e sulla salute mentale. Dato che può trasforma-re l’uomo adulto in un doppio consumatore, di prodotti anticalvizia e di psi-cofarmaci antipanico. Infine, quello degli psicofarmaci e, parallelamente, del disagio possibile Il disagio dell’anima
dell’esistenza, è stato un terreno molto sfruttato. Per esempio, i bambini un e dell’esistenza è
po’ troppo vivaci sono diventati vittime del Disturbo del deficit di attenzione un terreno fruttuoso
semplicemente allargando la griglia diagnostica della malattia e con stime per il disease
troppo generose sulla sua diffusione nella popolazione. Inoltre, non solo si è mongering.
cercato di accreditare per utili gli antidepressivi anche per le depressioni mi-
nori, senza prove. Se ne è pure esteso l’impiego ai più giovani, mentre sembra
esserci un aumento del rischio di suicidio. In Italia, si stima che nel 2002 i gio-
vani con meno di 18 anni in terapia con antidepressivi tipo SSRI siano stati
22.000.
Come osserva Georges Vigarello nel 1996, nelle pagine di Il sano e il mala- to, una visione più moderna non si accontenta più di un’idea statica di salute.
“Bisogna migliorare, perfezionare un bene i cui limiti si rivelano più aperti.
È proprio l’approfondimento della salute che diventa un dovere e non più so-lo la lotta contro il male”6. Ed è qui, alla comparsa della Terra promessa, cheè scattata la nuova alleanza tra l’industria farmaceutica e i sani che voglionofare di più.
Anche per questo, nell’articolo “Selling sickness: the pharmaceutical in- dustry and disease mongering”, pubblicato sul British Medical Journal5, si rac-comandavano due cose per “de-medicalizzare condizioni normali”. Primo, te-nere a distanza informazioni su questa o quella malattia provenienti da fon-dazioni legate all’industria. Secondo, fidarsi solo di fonti indipendenti.
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S. Cagliano: Strategie miliardarie per gonfiare il mercato dei farmaci, e rischio per la salute
BIBLIOGRAFIA
1. Reaven GM. The metabolic
3. Klein R, Sturm H. Viagra: a
5. Moynihan R, Heath I, Henry D.
2. La syndrome métabolique: une
4. Liebman M. Three scenarios for
6. Vigarello G. Il sano e il malato.
Medioevo a oggi. Padova:Marsilio, 1996.
La medicina, in questo secolo, ha fatto enormi progressi: pensate a quante nuove malattie ha saputo inventare. Enzo Jannacci R&P 2 0 0 6 ; 2 2 : 1 9 3 - 1 9 5

Source: http://www.ricercaepratica.it/allegati/00164_2006_05/fulltext/editoriale.pdf

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