Microsoft word - giacomo leopardi - guerra de' topi e delle rane

Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Scendete a me ch'il vostro aiuto imploro: Su le ginocchia ho le mie carte; or fate Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Un topo un dì, fra' topi il più leggiadro, Campato allor d'un gatto astuto e ladro, Dal pigro stagno a lui rivolse l'occhio. Che famiglia è la tua? narrami il vero; Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Un giorno in riva a l'Eridan si giacque: Schietto ragiona, e l'esser tuo mi svela.” “Amico,” disse il topo, “e che mai brami? Non è Dio che m'ignori, augello o uomo; Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Furo il mio pasto a que' bei giorni antichi. Di quanto mangia l'uom gustare ho in uso, E non è parte ov'io non ficchi il muso. Rodo il più bianco pane e il meglio cotto, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane De l'uom ch'è sì membruto, e pur nol temo; Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane E il gatto ch'è per noi sempre in agguato. S'avvien che il topo cada in quell'ordigno Che trappola si chiama, egli è spacciato; Rise la rana e disse: “Hai molta boria, Scherza a suo grado, o nel pantan s'asconde, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Saper vuoi se 'l notar piaccia o non piaccia? Sta saldo, e al collo gettami le braccia, Balzovvi il sorcio e con le mani il collo Del ranocchio abbracciò che via sen corse, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Conobbe il rischio, si pentì, turbossi, Che soccorso gli desse in quell'estremo, Stese la coda in acqua, e, come un remo, Pallido alfin gridò: “Che reo cammino, Che strada è questa mai! quando a la meta, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Con alto collo un serpe esce a fior d'onda: Fugge il periglio, e il totpo sventurato Ch'era già molle, e che il suo proprio pondo Disse con fioca voce: “Alfin sei pago, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Ché vano era assalirmi a piedi asciutti. Tu mi cedevi in lotta e al corso, e m'hai Veggio le schiere, veggio l'armi e l'ira; S'accapricciò, mise in vederlo un grido, Tutto quanto avvampò de' topi il regno. Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane alzossi e prese a dire: “Ahi triste rane Che a me recaro atroce, immenso affanno, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane L'uom fa strage di noi, men tolse un altro. Restava il terzo, quel sì prode e vago, Usciam contro le rane, armiamci in fretta. Peran tutte, ché giusta è la vendetta.” Fecer plauso gli astanti al suo discorso; “Armi,” gridaro, “a l'armi”; e pronto a l'uopo Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane (Rosa giusto l'avean quell'altra notte); Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Gonfiagote il re vostro. Or de' ranocchi Quale ha più saldo cor, braccio più forte, S'armi tosto e a pugnar venga con noi.” Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Non è la razza vostra assai più forte? Corriamo a l'arme, e de lo sciocco ardire Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Costringeremo a far ne l'acqua un salto. Così fuor d'ogni rischio in un sol giorno Ché sbrigheremci or or di quella gente.” E a far da mezza picca un giunco appresta. Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Sta l'armata sul lido, e i topi attende, Giove allo stuol de' numi in cielo accolto Le due falangi addita, e a parlar prende: Rispose quella: “O padre assai t'inganni: Fanno a' miei templi e guastan le corone Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Ma quel che più mi scotta, e quel che mai Ch'io l'avea pur tessuto: e già mel trovo Il peggio è poi ch'ognor mi sta dintorno Pagar non posso, e quegli tutto il giorno Mi viene appresso, e la mercè mi chiede. Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Ma dormir non potei né chiuder gli occhi Allor che il gallo svegliasi e fa festa. Si faccia di costor che in guerra vanno: Meglio è fuggire il rischio, ed a sedere Disse Palla: e a gli Dei piacque il consiglio. Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Eran le squadre avverse a fronte a fronte, Per la valle eccheggiava e per lo monte; Passa il corpo da l'uno a l'altro canto. Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Mette uno strido e poi spira il meschino. Che rotto, insanguinato, e sopra l'acque Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Lasciò lo scudo e si lancio' ne i flutti. Lo coglie con un sasso, e a lui pel naso Stilla il cervello e il suol di sangue intride. Seco si getta e gli si stringe al collo; Corse a Fanghin, d'una lanciata il prese Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Crepa il sorcio di stizza, urla e minaccia, Versa gli entragni insanguinati e spira. Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Stupisce, arrabbia, e gli sta sopra invano, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Giunse a la mischia il prence Rubatocchi, Si pone, e a' topi suoi grida e schiamazza; “Oimè,” dice a gli Dei, “che veggio in terra? Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane “E che pensiero è il tuo?” Marte rispose: “Con gente di tal sorta io non mi mesco. Disse, e Giove acconsente e un dardo afferra; Avventa prima il tuon ch'assordi e scota Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Lo scaglia, e fu quel campo in un momento Di specie sopra ogni altra ossosa e dura; Gli occhi nel petto avean, fibre per mani, Curve branche, otto piè, doppia la testa, Giacomo Leopardi – Guerra de’ topi e delle rane Granchi, detti son essi, e a la battaglia Lo scontraffatto stuolo appena è giunto Che si mette fra' topi, abbranca, taglia, Rompe, straccia, calpesta. Ecco in un punto Sconfitto il vincitor, la rana il caccia, Fiaccando ogni arma ostil con l'aspro dorso,

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